FM Centro per l’arte contemporanea, Milano – fino al 26 maggio 2019. Una mostra sui rapporti tra arti visive e movimento femminista in Italia restituisce con esaustiva e generosa documentazione un recente passato. Partendo dal 1978, anno segnato da tappe fondamentali per la storia dell’arte di genere.
Con acribia archeologica, l’itinerario espositivo restituisce il lavoro di artiste di vaglia quali Ketty La Rocca, in mini-antologiche che ritagliano preziose puntualizzazioni su alcune delle interpreti della neoavanguardia italiana. Spentasi a soli 38 anni, La Rocca esibisce opere chiave sullo svuotamento di senso del linguaggio convenzionale e codificato fino alle vibranti serie delle Craniologie. Qui utilizza le radiografie del proprio cranio, segnato dalla grave malattia, come supporto trasparente per sovrapporre altre immagini, di mani o di maschere africane. Si compone così un personale reliquario, una conturbante sublimazione della morte, contrapposta in felice antitesi alle sequenze dedicate al parto, alla vita nascente nell’interpretazione senza infingimenti, cruda e spoglia da enfasi retoriche di Lisetta Carmi.
Sono anni anche sofferti, in cui, se a Venezia, sempre in occasione della Biennale, ai Magazzini del Sale si presentano il gruppo femminista Immagine di Varese e il gruppo Donne/Immagine/Creatività di Napoli, a Roma si rompe il sodalizio tra Carla Accardi e Carla Lonzi, con la conseguente cessazione dell’attività della storica Cooperativa di via Beato Angelico. Ancora nel 1978, Romana Loda, curatrice e gallerista di Brescia, promuove Il volto sinistro dell’arte, in cui le artiste italiane approdano con mature e autonome esperienze al cospetto delle colleghe internazionali, Marina Abramović, Hanne Darboven, Gina Pane, Valie Export, Rebecca Horn. Di un panorama così ricco la mostra dà conto selezionando lavori importanti da collezioni private, dagli archivi delle artiste, da musei e istituzioni pubbliche, accostandoli a un’esaustiva raccolta di manifesti, fanzine, copertine di LP, libri fotografici e fotografie. Quest’ultime, negli scatti ideologicamente impegnati di Paola Agosti e Agnese De Donato, scortano battaglie civili per il divorzio, per l’aborto e per la legge contro la violenza.
By Marilena Di Tursi – artribune.com
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