IL PALAZZO REALE DI MILANO OSPITA UNA IMPONENTE MOSTRA ANTOLOGICA DEDICATA A GIORGIO DE CHIRICO. LA RACCONTANO LORENZO CANOVA, CONSIGLIERE SCIENTIFICO DELLA FONDAZIONE GIORGIO E ISA DE CHIRICO, E IL CURATORE LUCA MASSIMO BARBERO.
de Chirico, exhibition view at Palazzo Reale, Milano 2019, photo Lorenzo Palmieri
Il pubblico potrà dunque apprezzare la grandezza di un artista che ha costantemente rinnovato la sua pittura portando avanti una ricerca di uno spessore e di una profondità che hanno pochi eguali nella storia dell’arte del XX secolo, se si pensa che, oltretutto, de Chirico è stato capace di dense riflessioni filosofiche e di grandi opere letterarie, come il suo romanzo Ebdòmero del 1929. La mostra nasce anche per evidenziare con eloquenza la grandezza ininterrotta dell’opera di de Chirico in tutte le sue fasi, in quella che Maurizio Calvesi, uno dei massimi studiosi dell’artista, ha definito “Metafisica continua”, sviluppata nelle sue diverse declinazioni, a partire dalla nascita della Metafisica a Firenze nel 1910, dalle Piazze d’Italia e dagli Interni ferraresi, fino ai manichini, ai Gladiatori, alle ricerche sulla materia pittorica, ai suoi paesaggi e alle nature morte “barocche”, al dialogo con i grandi maestri della storia dell’arte e alle ultime opere neometafisiche.
Questo imponente risultato, dovuto principalmente alla qualità del lavoro di Luca Massimo Barbero e dello staff di Palazzo Reale, si inserisce così perfettamente nella linea operativa e teorica della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, che sostiene proprio l’idea della “Metafisica continua”, in una visione rigorosa e innovativa del lavoro dell’artista, finalmente liberata da vecchi e indifendibili stereotipi e analizzata nella sua straordinaria complessità.
LA FONDAZIONE
de Chirico, exhibition view at Palazzo Reale, Milano 2019, photo Lorenzo Palmieri
La Fondazione de Chirico, nata nel 1986 per volontà di Isabella, vedova del pittore, ha sede nella Casa-Museo dell’artista (già sua abitazione e studio di Piazza di Spagna a Roma) e difende la sua opera dalle moltissime falsificazioni attraverso un lavoro capillare di archiviazione e autentica che, oltre a scartare le numerose opere contraffatte, ha dato finora vita a quattro volumi di aggiunte al catalogo generale redatto da Claudio Bruni Sakraischik.
I quattro nuovi tomi del catalogo generale sono pubblicati da Maretti editore, come anche la rivista Metafisica, edita dalla Fondazione in italiano e inglese, che propone alcune tra le più innovative ricerche internazionali dedicate all’artista da studiosi di varie discipline.
Vanno ricordati anche i volumi realizzati dalla Fondazione in collaborazione con prestigiose case editrici, pubblicati recentemente da componenti del suo Consiglio Scientifico, come la basilare edizione delle lettere di de Chirico dal 1909 al 1929 (Silvana Editoriale) curata da Elena Pontiggia, i grandi saggi di Riccardo Dottori e Fabio Benzi e il volume delle sue poesie (curato da Andrea Cortellessa) per i tipi della Nave di Teseo.
Come accade con la mostra di Milano, la Fondazione sostiene poi l’opera dell’artista attraverso la promozione di una serie di progetti espositivi nazionali e internazionali, come quelli, ad esempio, che nell’ultimo anno hanno visto de Chirico protagonista a Mons di un dialogo con il Surrealismo belga, di una grande retrospettiva al Palazzo Ducale di Genova o come quello alla GAM di Torino, che ha mostrato la vastità della sua influenza sulle generazioni di artisti più giovani. Non a caso, il presidente della Fondazione de Chirico, Paolo Picozza, sottolinea come questa mostra sia proprio “rivolta principalmente ai giovani, che potranno finalmente avere una visione completa della grandezza di de Chirico, un artista che riserva sempre nuove sorprese e che merita di essere studiato ancora di più in tutti i suoi nessi documentari e filologici per mettere in luce l’immensa importanza del suo contributo all’arte e alla cultura, non solo del suo tempo, ma anche del futuro”.
LUCA MASSIMO BARBERO, IL CURATORE
Questa mostra è un ritorno di de Chirico a Milano, ma di un de Chirico diverso o in altre parole orientato verso un pubblico differente, anche per generazione, visto che la mostra si rivolge in primis a chi conosce poco o ha visto raramente l’opera di de Chirico, facendo attenzione a fornire gli strumenti per guardare davvero la sua pittura. Penso però anche a un pubblico più preparato che, anche grazie a una serie di accostamenti rari e inattesi, avrà modo di scoprire nella sua interezza la straordinaria genialità creativa di questo artista, che valica lo stereotipo del Grande Metafisico. Perché se è vero che egli è stato l’inventore di un’avanguardia propria e padre riconosciuto del Surrealismo, è altresì vero che la Metafisica divenne in seguito una sorta di gabbia: un’attesa che de Chirico ha coraggiosamente disatteso. Per questo, ho ad esempio volutamente dedicato una cospicua parte della mostra alla sua pittura barocca, da leggersi come un anacronismo estremo, un’ennesima presa di posizione carica d’ironia rispetto a un mainstream che, con la corretta distanza storica, è da leggersi oggi come una vera e propria performance.
By Lorenzo Canova – artribune.com
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