AGLI ABATTOIRS DI TOLOSA LA PRIMA MOSTRA DI OPERE DEL “NON-COLLEZIONISTA” ITALIANO GINO DI MAGGIO.

“A quelli che me lo domandano, io rispondo sempre che non sono un collezionista, perché è probabilmente difficile o inappropriato definire come collezione quello che io ho raccolto per caso durante tutti questi anni”. Gino Di Maggio (Novara di Sicilia, 1940) si racconta così nella prima mostra che gli sia mai stata dedicata, agli Abattoirs di Tolosa, fino al 30 agosto 2020. Viva Gino! Una vita nell’arte è innanzitutto la scoperta, la rivelazione, di un grande personaggio nel panorama dell’arte, rimasto finora poco noto al grande pubblico. Il suo ruolo, tuttavia, è stato fondamentale per la scena artistica italiana e internazionale, soprattutto a partire dagli Anni Cinquanta e Sessanta. Da una sua idea, infatti, nasce a Milano, nel 1989, Mudima, la prima Fondazione italiana per l’arte contemporanea, che fin da subito si pose sulla scia delle prime gallerie, ovvero come luogo di produzione di cultura dove l’artista, prescindendo dal rapporto con il mercato, potesse ritornare a fare ricerca. Ruolo mantenuto ancora oggi dalla fondazione, gestita dai due figli di Di Maggio, la cui vocazione principale resta quella legata alla produzione e all’edizione. Ecco perché risulta difficile parlare, in questo caso, di una raccolta d’arte. Essa non origina, infatti, da una volontà speculativa, ma dal sostegno che, nel corso degli anni, è stato dato ai vari artisti che hanno esposto negli spazi milanesi. È una raccolta che, più che altro, parla di una vita spesa tra la sperimentazione e il piacere delle relazioni e dei rapporti umani. E risulta significativa, come si evince anche dalle didascalie delle opere, la scelta di definirla una “collezione comune”, messa cioè a disposizione dell’intera comunità.




I PROTAGONISTI DELLA COLLEZIONE




Annabelle Ténèze, la direttrice degli Abattoirs, spiega: “Anche la scelta del nostro sito per la prima mostra a lui dedicata è stata dettata proprio dall’amicizia che lega Gino all’artista Daniel Spoerri, grazie al quale è venuto a conoscenza dell’istituzione tolosana, apprezzandone subito la vocazione sociale e la politica culturale”. È la prima volta, infatti, che le sue opere vengono esposte in maniera sistematica, mentre in passato solo qualcuna è stata presentata al Mudima, soprattutto per essere oggetto di pubblicazioni editoriali. La mostra, suddivisa in undici sezioni, con la navata centrale che diventa grande Sala Fluxus, testimonia un gusto particolare per la performance, la ricerca sull’interdisciplinarietà nell’arte e la sperimentazione musicale. In esposizione circa cinquanta artisti, da Yoko Ono a César, da John Cage a Kazuo Shiraga, da Lee Ufan a Robert Filliou e da Daniel Spoerri a Ben Vautier. Tra Futurismo, Fluxus, Nuovo Realismo, Mono-ha, Gutai e Arte Cinetica italiana. Pitture, sculture, fotografie, disegni, installazioni, video che raccontano non solo le relazioni e i rapporti intrattenuti da Gino Di Maggio con i vari artisti, ma anche tutti i ricordi, gli aneddoti e i frammenti di vita a essi associati. Un posto d’onore, all’interno dell’esposizione, è riservato al Futurismo, con tutti i manifesti raccolti, in Italia e all’estero. Il movimento fu, infatti, il suo punto di partenza in quest’avventura nel mondo dell’arte. Quando ancora lavorava come ingegnere, entrò in contatto con quello che per lui fu il movimento più radicale e rivoluzionario della giovane avanguardia. Ed è curioso pensare che proprio a Tolosa, nel 1909, Filippo Tommaso Marinetti presentò per la prima volta il suo celebre manifesto, generando nella comunità locale un contromovimento. Quella degli Abattoirs rappresenta un’occasione non soltanto per rivedere artisti internazionali e italiani molto conosciuti, come Lucio Fontana, Piero Manzoni, Mario Merz e Alighiero Boetti, ma anche per conoscere “l’altra faccia dell’Italia”, racchiusa in un’apposita sezione. Autori come Gianni Bertini, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Fausta Squatriti, solo per citarne alcuni, sono stati sempre supportati nel loro lavoro dalla Fondazione Mudima.
I MERITI DI GINO DI MAGGIO



