L’EMERGENZA SANITARIA HA DATO IL COLPO DI GRAZIA A UNA SEDE ESPOSITIVA MAI DEL TUTTO DECOLLATA. E COSÌ IL MET BREUER CEDE I SUOI SPAZI ALLA FRICK COLLECTION.

DAL WHITNEY AL MET BREUER
Progettato nel 1966 dall’architetto ungherese Marcel Breuer, l’edificio che oggi il Met abbandona era stato concepito come sede del Whitney Museum che, fondato negli Anni Trenta nel Greenwich Village e poi trasferitosi vicino al MoMA, negli Anni Sessanta aveva voluto dare una sede ampia e centrale alla sua crescente collezione di arte americana. Scelto il lotto su Madison Avenue, il Whitney aveva incaricato l’architetto formatosi alla scuola del Bauhaus che aveva realizzato un edificio massiccio la cui facciata continua si chiude verso i circostanti grattacieli lasciando tuttavia passare abbondante luce naturale nelle gallerie interne. Non particolarmente amato dai suoi contemporanei, l’edificio fu poi rivalutato negli anni e, quando nel 2015 il Whitney Museum lo abbandonò per la sua nuova sede progettata da Renzo Piano nel Meatpacking District, il Met lo scelse come spazio espositivo per le sue mostre di arte moderna e contemporanea rinominandolo in onore dell’architetto che lo aveva progettato. Da tempo il Metropolitan, in attesa di ristrutturare e ampliare le proprie gallerie di arte moderna e contemporanea, cercava di ricavarsi uno spazio per acquisire rilevanza nel panorama delle istituzioni culturali newyorchesi devote al contemporaneo. Da lì un contratto con il Whitney della durata di 8 anni a 17 milioni di dollari l’anno per l’utilizzo dell’edificio che ora il Met subaffitterà alla Frick Collection: un bel risparmio per il museo che già naviga in cattive acque e che nelle scorse settimane aveva annunciato possibili perdite di 150 milioni di dollari a causa della chiusura di questi mesi, il taglio di 80 dipendenti e riduzioni del 20 per cento degli stipendi dei dirigenti. L’annuncio della volontà di liberarsi di uno spazio espositivo che non era mai del tutto decollato e che tuttavia gravava fortemente sulle casse del museo rallentando anche il piano da 60 milioni di dollari per la ristrutturazione delle gallerie per l’arte moderna e contemporanea nella sede principale, era arrivato già nel 2018, all’indomani dell’ingresso del nuovo direttore, Max Hollein.
L’ARRIVO DELLA FRICK COLLECTION
Ora si aspetta il trasferimento della Frick Collection che intanto sta avviando i lavori di ristrutturazione della sua sede nell’Upper East Side, sotto la guida di Selldorf Architects e Beyer Blinder Belle. Intanto il 10 luglio sono previste le prime riaperture post-Covid dei musei newyorchesi ma non tutti hanno ancora confermato la data stabilita per riprendere le attività e alcuni potrebbero scegliere, come ha fatto il Metropolitan, di ritardare la riapertura per darsi il tempo di riorganizzare spazi e flussi di persone.
By Maurita Cardone – artribune.com