AL CASTELLO MANIACE DI SIRACUSA VA IN SCENA LA RIFLESSIONE DI ALFREDO PIRRI SULLA MATERIA, IL DOPPIO E LO SPAZIO. UN ENORME PAVIMENTO DI SPECCHI CALPESTABILI CHE “RISPONDE” AI PASSI DEL PUBBLICO
Mobilità, molteplicità, compresenza, duplicità hanno a che fare anche con un altro tratto dell’opera di Pirri: l’essere contemporaneamente nella singolarità e nel collettivo, nel particolare e nell’universale. Questa dimensione risuona nella Project Room (una stanza progettuale ma forse anche ‘di proiezione’), che oltre al video ospita una maquette – anch’essa molto più di un modellino: la dimensione in scala minore sembra alludere alla piccola umanità nel grande cosmo luminoso e acquatico. Se la specularità mette in atto un confronto con se stessi che è relazione con ‘l’altro’, secondo l’artista si tratta anche di una valenza politica dell’azione: rovesciare luoghi e spazi del potere tradizionalmente chiusi, aprirli. Come aprirli? Grazie alla luce e alla dimensione condivisa da essa creata. Aperture, reali e immaginate, che idealmente fanno entrare l’acqua; concretamente lasciano che la luce invada lo spazio. Luce. In quale delle mille declinazioni possibili? Il ‘dispositivo’ creato da Pirri fa dello specchio un proiettore, il filtro attraverso cui la luce si espande, richiamando anche una trasparenza. Lo specchio non è materialmente trasparente, ma lo è concettualmente nell’impiego che qui se ne fa: abbatte frontiere, lasciando entrare l’esterno tramite la sensazione del mare che si affaccia. L’architettura sembra non separare più, l’idea di fortificazione passata si dissolve nella luce condivisa del presente. Verrebbe da dire ‘architettura di specchio’, parafrasando Paul Scheerbart (Architettura di vetro) a evocare anche lo spazio di una serra: immersi nella luce e pervasi dalla sensazione di liquidità (liquidità opportunamente accostata al calviniano Palomar dalla curatrice Helga Marsala). Una serra-acquario dove fluttuare nella luce liquida.
Da Kleist a Cocteau, diversi autori hanno giocato con l’ambivalenza di ‘riflessione’: sdoppiamento nello specchio, ma anche attività del pensiero. L’interrogazione, l’infinita molteplicità dei piani di realtà disorientano, fanno perdere l’equilibrio senza tuttavia provocare inquietudine. Ci fanno riflettere lasciandoci sentire che un ‘altro’ equilibrio è possibile.
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