mostra

Passeggiate di Mauro Molinari – Pinacoteca “Massimo Stanzione” Sant’Arpino (CE)

Al Palazzo Ducale di Sant’Arpino la mostra “Passeggiate” dell’artista Mauro Molinari dall’8 luglio

L’artista romano Mauro Molinari porta la propria mostra personale dal titolo “Passeggiate” nella prestigiosa pinacoteca “Massimo Stanzione“ all’interno dello splendido Palazzo Ducale Sanchez de Luna di Sant’Arpino (Ce). L’inaugurazione si terrà sabato 8 luglio 2023 alle ore 18:30, la mostra sarà visitabile fino a venerdì 28 luglio 2023 dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Il curatore della mostra è il direttore artistico della Pinacoteca Gianpaolo Coronas. La mostra si deve alla collaborazione tra l’Associazione Culturale Terra Madre, l’APS Pro Loco Sant’Arpino ed il Comune di Sant’Arpino. Il vernissage dell’8 luglio sarà arricchito dalla presentazione del libro di Stefania Guiotto dal titolo “I Racconti dell’uomo nuovo – l’anno della grande luce“ e dalla performance musicale di GiòSciò. L’ingresso è gratuito, è gradita la prenotazione al 347 860 7876. Palazzo Sanchez de Luna fu costruito a cavallo tra il 1573 ed il 1592 dal tesoriere del regno di Napoli Alonzo Sanchez de Luna d’Aragona che divenne poi duca di Sant’Arpino. Nel 1798, in occasione del matrimonio del sesto duca di Sant’Arpino con Maria Giovanna d’Avalos, il palazzo venne abbellito e restaurato. Nella parte nobiliare dell’edificio rimangono ancora visibili tracce di dipinti sotto le volte, affreschi alle pareti e residui di carte istoriate poste sotto al solaio a copertura delle travi in legno. Insomma un vero gioiello del territorio Atellano. In questo ameno luogo l’artista Mauro Molinari, proveniente da Velletri (Roma), esporrà 16 lavori di medie e grandi dimensioni. Le opere rigorose e ragionate, sono create in una dimensione unica: i contorni calcati e ben definiti delle figure rappresentate delineano quella che è una forte bidimensionalità. Le composizioni sono quasi astratte e illogiche, fin quando non si smette di osservarle con occhio ragionevole.

Mauro Molinari si muove in una dimensione unica: i contorni calcati e ben definiti delle figure rappresentate delineano quella che è una forte bidimensionalità, che per sua natura, esclude la profondità.

L’Artista Mauro Molinari
. I colori sono stesi in modo uniforme, tranne per i fili vivaci che attraversano e vanno ad annodarsi con i personaggi e nei cieli, creando così contrastanti mosaici di speranza. Le personalità uniformate che vengono a galla nei dipinti di Mauro Molinari, si stagliano su sfondi geometrici, i quali accolgono, a fin dei conti, le rugose figure con estrema naturalezza. Le composizioni sono quasi astratte e illogiche, fino a ché non si smette di osservarle con occhio ragionevole: è allora che si percepisce la precisione con cui questi bizzarri personaggi vivono nel tale contesto. I movimenti sinuosi dei fili tinti, che come vene scorrono sui protagonisti delle tele, sono in aperto e netto contrasto con la rigidità, la geometricità e la staticità degli sfondi. Solo le nere città in controluce fanno da ponte tra le giravolte dei fili e la passività delle scenografie. Il tutto sembra un decoupage di immagini, ritagli di riviste incollate su carta, quasi come se fosse il gioco di una mente fanciullesca. Eppure una nota stridula si sprigiona dalle opere di Mauro Molinari: i volti portano dipinti grandi sorrisi, che risultano però freddi e forzati.

La freddezza in cui si muovono i suoi personaggi spiazza il pubblico a poco a poco. Non è infatti presente di primo impatto, ma striscia piano nelle tele, fino a palesarsi, cautamente ma senza pietà, al cuore del pubblico. Una freddezza che serve a far pensare, che spinge alla riflessione e all’autoanalisi. Cosa può spingere tante persone a nascondersi dietro un finto sorriso? Cosa le ha portate a ciò? E non potendo farne a meno, ognuno di noi si include in questo specchio di una società che dà credito ad una forzata spensieratezza, negando la ricerca e il raggiungimento di una pienezza che ammette anche la sofferenza.                                  Gianpaolo Coronas

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