Dino Ventura

Opere disponibili

Nato a Corato (BA) nel 1962. Diplomato presso l’Istituto d’Arte di Potenza, proviene da una famiglia di pittori. Si cimenta come artista autodidatta nel 1975 affacciandosi all’astratto seguendo l’istinto e l’emozione. Successivamente si imbatte in suggestive opere di grandi maestri come Alberto Burri, Pollock, Mark Rothko, Emilio Vedova e Kandijnsky. Da sempre alla ricerca di nuove espressioni comunicative ed emozionali, accosta materiali poveri e preziosi come cartoni,  sacchi, foglia d’oro, cere e lacche al colore la scrittura e numeri, ottenendo interessanti veicoli comunicativi apparentemente codificati ma che si rivelano chiari all’inconscio dell’osservatore materializzando intimi pensieri e riflessioni tratte dal vissuto quotidiano. Nel 1980 inizia a partecipare alle prime collettive nella sua città nativa e nella provincia fino ad oggi ove le sue opere sono apprezzate da gallerie italiane e collezionisti anche di oltreoceano, riscuotendo interessanti critiche. Nel 2007 rientra dal Centroamerica, terra che lo ha accolto con grande entusiasmo ed interesse artistico, dalla quale ha tratto nuove ispirazioni. Attualmente vive e lavora a Pignola (PZ) collaborando a progetti artistici con scuole primarie ed associazioni culturali.     Opere        I suoi quadri sono astratti, seguono l’istinto e l’emozione. La tecnica si distingue per l’accostamento di forti cromie, materiali poveri e preziosi come cartoni, sacchi, foglia d’oro, cere e bitume a cui si aggiungono riflessive scritte trasferite sulla tela e codici numerici che miscelati insieme, si trasformano in interessanti veicoli comunicativi. Nonostante l’astrazione sia riconducibile all’inconscio così come l’uso del dripping e i colori evochino un’atmosfera surreale, nella costruzione delle sue opere si nota una precisa suddivisione geometrica data da un’ampia pennellata, quasi a definire gli stati d’animo. A questa contrapposizione corrisponde anche l’uso di parole e numeri: versi e parole rimangono sospesi contrapponendosi invece alla razionalità dei numeri che danno il titolo all’opera stessa e che rimandano invece ad una precisa idea di archiviazione. Le opere fanno parte infatti di un preciso progetto di 1000 quadri ognuno dei quali identificato precisamente. Le scritte comunicano un messaggio anche se non completo, che lascia all’osservatore il compito di continuarlo e farlo proprio, facendo sì che partecipi attivamente alla comprensione dell’opera, sentendola emotivamente, facendosi coinvolgere.