Organizzazione Artistica Arte Moderna e Contemporanea
Le astrazioni di Arturo Mazzola (1921-1995) – Museo Flaminio Bertoni
MOSTRE, VARESE, MAGGIO 2011
il Museo Bertoni si pregia di ospitare un grande artista del Novecento, forse ancora poco conosciuto e considerato. Molte e importanti sono state le esposizioni che lo hanno visto protagonista: si pensi a quelle della Galleria Schubert e San Fedele a Milano, negli anni ’70, per arrivare più di recente alla importante mostra antologica della Casa del Mantegna di Mantova e della Galleria Tartaglia Arte di Roma..
Arturo Mazzola, figura straordinaria tra gli artisti della sua generazione, inizia il suo percorso artistico già negli anni ’40 con opere che sono l’espressione di una vita segnata e vissuta interiormente, con la “malinconia dei suoi amati paesaggi lombardi, ispirati alla darsena del Naviglio, alle stazioncine dell’hinterland milanese, dei circhi di periferia, delle maternità e delle donne stanche e silenziose” (R.Margonari). Allievo di Semeghini e Aldo Carpi, assorbì e riconobbe come propri lo spirito di nobile indipendenza e senso di anticonformismo. Frequenta e vive l’ambiente artistico milanese degli anni Cinquanta, è un osservatore attento e partecipe,ma meditativo e preferisce l’isolamento, convinto che l’avventura estetica si debba vivere dentro se stessi. I suoi quadri esprimono dialoghi senza parole, il silenzio, quel silenzio che lo accompagnava nella vita quotidiana e che lo porterà a raggiungere “risonanze di spirituali libertà”. La sua indipendenza, che non lo riconduceva né tra i “figurativi”, né tra gli “astrattisti”, non lo ha fatto rientrare in quel mercato dell’arte,a volte troppo facile, di quegli anni. Ma ciò lo ha salvato dalla maniera, dalla retorica. Nella sua storia artistica sono evidenti l’eco di Klee e Licini, ma certo non esaurisce la sua pittura, fatta di simboli resi con rara finezza estetica. Le opere esposte in mostra, tra pittoriche e sculture, documentano in modo prezioso e significativo, la sua attività degli anni ’70 e ’80, la sua ricerca di calma, di serenità, mostrando della vita quotidiana l’invisibile, l’indicibile.
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