
I trafori di vita di Marcus Amaral.
di Maurizio Vitiello
Marcus Amaral è un bravo artista brasiliano, che ha sempre avvertito il bisogno di incrementare il suo profilo creativo in maniera dissonante, ma mai effimera. Ha sempre cercato di tracciare un itinerario per poter estroflettere reti di sentimenti e segmenti emozionali. Dopo aver completato “Ingegneria Civile” nel 1986, non ha mai dimenticato, comunque, di affrontare studi nel campo dell’arte e di saggiare il territorio dell’arte per consegnare una scelta utile, interessante, intrigante. Varie sono state le fasi di crescita e i codici “toccati”. La sua estrema sensibilità plastico-materica riesce a determinare valenze simboliche e a riclassificare l’andamento del rovescio per lo studio del perfetto, ma incompiuto. A Marcus Amaral è stato diagnosticato il Parkinson, nel 2010, all’età di 47 anni, ma ciò non gli ha assolutamente impedito di “stringere il mondo” in una possibile “cifra identitaria”. Da “viaggiatore dell’anima”, nulla per lui è ostativo. Si possono superare le difficoltà, con senso pratico e con fiera indipendenza, anche se costa moltissimo. Per Marcus Amaral combinare significati “altri” alla materia e sviscerare essenze nascoste è un principio di attiva risoluzione operativa. Combina in reti di rilievo antropologico, disposte ad accogliere fazzoletti di colori e di materie, essenze nascoste. Le rettangolari aperture con sfilacciamenti vari e i suoi manichini traforati sottolineano un’improbabile sottile bellezza e regolarizzano combinazioni estreme, mentre le sue opere combuste ci forniscono un dettato compulsivo, seppur di tendenza astratta. Le singolarità visive proposte da Marcus Amaral risultano moduli appassionanti; cioè, sembrano rivisitati itinerari esistenziali di uomini e di donne attraversati dalle conflittualità della storia. Restano memoria; sono simulacri provenienti da un passato remoto. Napoli, novembre 2019Patricia Toscano
Con uno sguardo poetico sensibile ai frammenti di oggetti inutilizzati, Marcus Amaral, collega l’ingegneria alle belle arti, rompe il tradizionalismo spostando materie prime e attrezzature dal loro solito habitat per produrre ricchi e rassegnate composizioni artistiche, dando vita alle emozionanti sculture su tela. Elementi come legno, fili, ferro, carbone, carta, giornali e riviste sono riuniti per creare una serie di disposizioni tridimensionali con trame e impressioni sensoriali che sfidano lo spettatore a ripensare i sensi e l’assegnazione degli oggetti e forme infinite con una visione artistica che contraddice la realtà. Attraverso l’evidente influenza estetica di Generazione 80, l’artista presenta risultati della sua ricerca artistica, opere inedite che mettono in tensione il rapporto tra ragione e sensi. Il processo di produzione di Amaral va oltre un’intensità comune. Lui brucia incolla, incrocia, taglia, cancella, svuota e riempire non solo l’oggetto, incenerisce il contrappunto comune a una consacrazione del discorso nelle sue opere. Il fuoco di Amaral decostruisce e ricostruisce, ma non distrugge. È un elemento igneo costante in processo di concepire la vita delle sue opere e aiutare l’artista ad estrarre il vigore di potenziale plastico di insolita materialità, che di solito non vediamo valore nei suoi attributi estetici come carta e legno bruciato. Il dono dell’ingegno e l’osservazione forniscono un aspetto e una sensazione ispiratori costanti senza ovvietà. Durante la sua carriera, l’artista integra sperimentazione continua e aumenta fare ingenue innovazioni tecnologiche rudimentali in una produzione veloce che valorizzato i processi artistici e le finiture rustiche. La sua sperimentazione sovversivo copre immagini, tecniche, gesti, forme, colori, bi e tridimensionalità, nonché supporti diversificati. Produzione influenzata Arte brasiliana saldamente e definitivamente, aprendo la strada alla nostra contemporaneità. Basato sul principio che qualsiasi materiale può essere incorporato in un’opera, di collage sono adattati alla peculiare tecnica dell’artista dando vita e nuovo significato a assemblaggi pieni di originalità. L’osservatore gode di una bella retorica visiva.