Maurizio Vitiello

Critico d’arte Maurizio Vitiello
Maurizio Vitiello è nato a Napoli, il 23.07.1951. Da metà degli anni Sessanta s’interessa di arti visive contemporanee ed incomincia a conoscere il creativo ambiente partenopeo e a frequentare studi di alcuni importanti artisti. Entra nell’Amministrazione del M.B.C.A., oggi Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si laurea in Sociologia, presentando la tesi “Animazioni didattiche e problematiche sui beni culturali”, con la cattedra di “Sociologia dell’Arte e della Letteratura”, retta dal Prof. Alberto Abruzzese. Da libero articolista ha scritto una lunga serie di articoli, asterischi, saggi, note e considerazioni su riviste e periodici. Ha collaborato anche con quotidiani locali e a diffusione nazionale, tra i quali “L’Umanità”, “Napolinotte”, “Il Globo Ore 12”, “Il Tempo (Kultura/Napoli)”, “Corriere del Giorno”. Ha curato programmi di cronaca culturale e di approfondimento su tematiche odierne in televisioni e radio dell’emittenza libera. Attualmente collabora con “Archivio”, “Breve”, Eco d’arte moderna”, “Hyria”, “Il Cerchio”, “Images Art & Life”, “Miscellanea”, “Omnibus”, “Peninsula”, “Politica meridionalista”, “Portofranco”, “Punto d’Incontro”, “Punto Reale”, “Senza licenza de’ superiori”. Ha curato numerose personali e collettive in tutt’Italia, monografie e cataloghi con vari editori e suoi contributi ed interventi a rassegne sono presenti in diverse pubblicazioni d’arte. Ha costituito, nel 1980, il “Gruppo Dimensione Arte” e, poi, il “Gruppo 95” ed attualmente coordina il “Sodalizio Penna e Carta”. Cura per la “Fondazione Humaniter” di Napoli il corso “Sociologia e Critica delle Arti Visive Contemporanee” TESTI CRITICI

I richiami astratti di Renzo Eusebi.

L’attività di Renzo Eusebi si dimostra sempre più accattivante. L’artista entra nell’anima dell’astrazione e crea nuove spazialità e nuovi respiri. La sua forte passione è nella ricerca pittorica avanzata in cui trasferisce vene esistenziali, “fuochi” emotivi, fisicità intraprendenti. Renzo Eusebi col suo potente slancio percorre le vie dell’aniconismo e le sue astrazioni si staccano dal consueto e si stagliano su orizzonti alti. La sua corrente astratta si scioglie, tra assunti di paradigmi e segni ben precisi. La sua identità artistica è, oggi, chiarissima, perché la sua linea creativa racconta concetti razionali e si coniuga nella pittura d’ampio alito geometrico. Nella convinzione che esistono punti d’incontro dialettici fonde elementi linguistici e stilistici che hanno consentito l’evoluzione dell’Astrattismo. Piani geometrici e calibratissime rispondenze cromatiche, fronti ragionevoli, segni abbreviati, scorciati e segmenti spezzati, bagliori di luci e profondità tematiche fanno sì che lo spazio motivato accolga impulsi emotivi e psicologici, sintesi tra difficoltà e gioia di vivere, nonché relazioni tra materia e spirito, ricordi e umori tra memoria del passato e assicurazione del presente. Emerge, quindi, l’assunzione di un’astrazione di caratura poetica, con tratti, anche, lirici e dettati energetici diventano certezza di una dimensione umana. La redazione delle sue opere è trattata con impasti cromatici convincenti, perché sia più profondo il senso tattile, quasi di aggiunta corporeità. Il suo procedere favorisce l’assunzione, volutamente icastica, di impianti geometrico-astratti, da cui ricava la tendenziale idea di misurare e dimensionare lo spazio, ma, anche, di interpretarlo, pienamente, sino a possederlo e, alla fine, conquistarlo con aggettazioni segniche e segmentazioni pluridimensionali. In filigrana, si leggono iperboliche scansioni, che manifestano segnalazioni e succhi vitali quando incontrano campiture di pensiero. Si nota che la rilevanza dei piani geometrici aperti è concentrato su dinamiche operative e motivati bilanciamenti. E si leggono anche attese temporali, acuti archi d’intendimenti, che vanno a cogliere aperture e, nel contempo, varchi di concordanze. Il suo immaginario batte su controllatissimi contatti e su sentieri di una sensibilità pluralistica. Difatti, dimensioni visive vive si offrono in un’estensione, piena e convinta, per raggiungere frontiere di percorsi, sensibilmente e acutamente, astratti. Cromatismi assoluti, eletti captano intese future, perché c’è voglia di conquistare lo spazio, di invaderlo per offrire una stagione di sensazioni. Quest’accorta, costante tensione misura, essenzialmente, lo spazio e manifesta una tacita frenesia di disamina del circostante. Elementi esuberanti ed effervescenze segnaletiche di moti e motivi astratto-geometrici, vigili coordinamenti, eleganti estroflessioni ed esplicite profonde prese di coscienza visiva corroborano sedimentazioni. Il “focus” dell’azione pittorica di Renzo Eusebi rinforza visioni consistenti, affondi di materia, elaborazioni di appunti, squarci di luci, che, così, ci permettono di cogliere significative abilità. Sottili rimandi segnico-geometrici e temperanze cromatiche indagano le strutture di una geometria libera e della visione del mondo e determinano moltiplicate vibrazioni e situati tagli. In questa modulazione di assetti neo-geometrici e di rarefazioni astratte si manifestano essenziali equilibri tra la relazione di una forma data e lo spazio. Con motivata, calma e coerente autorità artistica, assicura alle sue opere un preciso universo pittorico, tradotto e prodotto da un lavoro, intelligente e metodico, in cui l’intima dialettica indica la comprensibile preoccupazione di affermare come la pittura possa risultare ancora una legittima e alta comunicazione non superata nel procurare profonde emozioni estetiche e, comunque, in netta sintonia con l’arte aggiornatissima dei nostri tempi, tra crisi e avanzamenti. Maurizio Vitiello – Napoli, ottobre 2019

I trafori di vita di Marcus Amaral.

Marcus Amaral è un bravo artista brasiliano, che ha sempre avvertito il bisogno di incrementare il suo profilo creativo in maniera dissonante, ma mai effimera. Ha sempre cercato di tracciare un itinerario per poter estroflettere reti di sentimenti e segmenti emozionali. Dopo aver completato “Ingegneria Civile” nel 1986, non ha mai dimenticato, comunque, di affrontare studi nel campo dell’arte e di saggiare il territorio dell’arte per consegnare una scelta utile, interessante, intrigante. Varie sono state le fasi di crescita e i codici “toccati”. La sua estrema sensibilità plastico-materica riesce a determinare valenze simboliche e a riclassificare l’andamento del rovescio per lo studio del perfetto, ma incompiuto. A Marcus Amaral è stato diagnosticato il Parkinson, nel 2010, all’età di 47 anni, ma ciò non gli ha assolutamente impedito di “stringere il mondo” in una possibile “cifra identitaria”. Da “viaggiatore dell’anima”, nulla per lui è ostativo. Si possono superare le difficoltà, con senso pratico e con fiera indipendenza, anche se costa moltissimo. Per Marcus Amaral combinare significati “altri” alla materia e sviscerare essenze nascoste è un principio di attiva risoluzione operativa. Combina in reti di rilievo antropologico, disposte ad accogliere fazzoletti di colori e di materie, essenze nascoste. Le rettangolari aperture con sfilacciamenti vari e i suoi manichini traforati sottolineano un’improbabile sottile bellezza e regolarizzano combinazioni estreme, mentre le sue opere combuste ci forniscono un dettato compulsivo, seppur di tendenza astratta. Le singolarità visive proposte da Marcus Amaral risultano moduli appassionanti; cioè, sembrano rivisitati itinerari esistenziali di uomini e di donne attraversati dalle conflittualità della storia. Restano memoria; sono simulacri provenienti da un passato remoto. Maurizio Vitiello – Napoli, novembre 2019